I viaggiatori di nazionalità italiana non necessitano di visto per visitare la Bolivia. All'arrivo, presentando il passaporto che dovrà avere una validità residua di almeno sei mesi dall'ingresso nel paese si riceve una carta turistica che consente una permanenza di 90 giorni.
RISCHI SANITARI
La maggior parte degli itinerari boliviani si svolgono sull'altopiano dove le basse temperature riducono i rischi sanitari classici del viaggiatore, ma per visite nella zona tropicale è necessario valutare la specifica area visitata, innanzitutto rispetto al rischio di malaria e di febbre gialla. Per entrare in Bolivia non è richiesta alcuna vaccinazione, anche se è consigliabile il vaccino contro il tifo, l'epatite A e il tetano. La vaccinazione contro la febbre gialla (deve essere somministrata almeno 10 giorni prima dell'inizio del viaggio ed ha validità di 10 anni) non è obbligatoria, ma è consigliata a chi vuole visitare le zone tropicali del bassopiano ed è richiesta a coloro che giungono da zone infette, quali l'Amazzonia brasiliana e peruviana e a coloro che vogliono soggiornare in Brasile (escluso quindi il periodo di transito in uno degli aeroporti brasiliani) dopo un periodo trascorso in Bolivia, anche in zone non endemiche.
Il rischio di malaria, soprattutto nella forma benigna da Plasmodium vivax (consigliata la profilassi con clorochina), esiste tutto l'anno al di sotto dei 2.500 metri nei dipartimenti del Beni, Pando, Santa Cruz, Tarija e nelle province di Lacareja, Rurrenabaque, Nord e Sud Yungas del dipartimento di La Paz; il rischio è invece minore nei dipartimenti di Cochabamba e Chuquisaca (Sucre). Il più grave rischio di malaria da Plasmodium falciparum (consigliata la profilassi con meflochina) è confinato all'Amazzonia al confine con Perù e Brasile (esiste nel Pando e nel Beni, soprattutto nelle località di Guayaramerín, Riberalta e Puerto Rico).